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La scultura italiana del XXI secolo

a cura di Marco Meneguzzo
20 ottobre 2010 – 30 marzo 2011
Fondazione Arnaldo Pomodoro, Via Solari 35, Milano

A distanza di 5 anni dalla mostra su La scultura italiana del XX secolo, che inaugurava la sede espositiva di via Solari 35 a Milano, la Fondazione presenta una nuova importante esposizione per tracciare un primo bilancio delle ultime tendenze italiane nel campo delle discipline plastiche.

Curata da Marco Meneguzzo, La scultura italiana del XXI secolo presenta le opere di 80 artisti, tutti nati nella seconda metà del secolo scorso, dagli ormai storicizzati Nunzio e Dessì, agli esponenti delle generazioni più recenti, quali Cattelan, Bartolini, Dynys, Esposito, Arienti, Moro, Beecroft, a quelle ancora più giovani, con Cecchini, Sissi, Demetz, fino alle ultimissime come Sassolino, Simeti, Previdi e Gennari, elementi di un’operazione di verifica sulla mutazione dei confini linguistici della scultura in corso.

L’esposizione testimonia le più diverse espressioni di quella che si configura come una “nuova tendenza della scultura”, oggi la disciplina più difficile da definire: i linguaggi si sono definitivamente ibridati, i codici tradizionali sono stati rapidamente abbandonati negli ultimi trent’anni, e quella che era la disciplina artistica più “certa” nelle definizioni è divenuta di fatto la più incerta. La scultura rientra oggi nel campo del transitorio, tanto che quella pretesa di durata, segnata dall’uso di materiali quasi eterni come il bronzo e il marmo, rischia di essere percepita come anacronistica non solo dall’artista, ma anche dal suo pubblico.

Quando cinque anni fa – dichiara Marco Meneguzzo – esponemmo in questi stessi spazi La scultura italiana del XX secolo, l’omogeneità disciplinare aveva ancora il colore e la consistenza del bronzo e del marmo, e ciò che vi si discostava appariva ancora come un succedaneo, un’imitazione di quelli; oggi, la presenza di quei materiali in una mostra, che è prima di tutto coloratissima e “morbida”, assume immediatamente i connotati della citazione. Certo, non è la qualità cromatica o tattile, per quanto così diversa, a poter determinare la domanda sull’esistenza in vita della scultura come disciplina a sé (dopotutto tutta la scultura antica era coloratissima), ma d’altro canto il confronto tra quello che è un “prima” e un “adesso” deve pur iniziare da qualcosa, e iniziare dall’evidenza è comunque una buona norma.

Tentare una nuova definizione? Accettare tutto indiscriminatamente? Far dissolvere la scultura nelle cosiddette “installazioni” o addirittura nell’architettura? Questa la sfida lanciata dalla mostra della Fondazione, che nei suoi primi cinque anni di attività si è caratterizzata proprio per l’opera di diffusione e di ricerca internazionale sulla scultura, nelle sue accezioni storiche ma anche più contemporanee. Questa è la linea programmatica in cui s’inserisce l’evento, con l’intento critico, scientifico e storico di sostenere la produzione artistica italiana, facendola conoscere internazionalmente, con artisti che appartengono alle tendenze più diverse, senza preclusioni se non quelle della qualità e del curriculum di ciascun artista, anche se giovanissimo.

Accompagna la mostra un catalogo bilingue – italiano e inglese – edito dalla Fondazione, con testi di Marco Meneguzzo, Roberto Pinto e Simone Menegoi, e schede a cura di Arianna Baldoni, Paola Boccaletti, Rossella Farinotti e Lorenzo Respi.

Info e modalità di accesso alla mostra

Quando: 20 ottobre 2010 – 30 gennaio 2011, da mercoledì a domenica (11:00-19:00) e il giovedì (11:00-22:00)

Dove: via Solari 35, Milano

Biglietti: intero € 8 / ridotto € 5

Contatti:
info@fondazionearnaldopomodoro.it
tel. 02 89075394

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