Pomodoro Arnaldo, La macchina del tempo , 1960
/in Arnaldo Pomodoro, iron, lead, Loans, Matera, sculpture /by Matteo MaroniYou may be interested in
Arnaldo Pomodoro
La macchina del tempo, 1960
leaded iron sheet, copper, chrome plated brass and wood, 145 × 150 × 19 cm
La parola “tempo” ricorre con una certa frequenza nei titoli delle opere realizzate da Pomodoro in questi anni: “un richiamo a un tempo che non è quello dell’umanità né della sua storia, bensì un tempo inizialmente geologico e poi addirittura cosmico, che risalendo attraverso gli elementi espressivi dell’arte nucleare vuole ritornare alle origini propriamente spazialiste e fontaniane delle esperienze astratto materiche e gestuali della neoavanguardia milanese degli anni Cinquanta”.
da: G. Zanchetti, Occupare lo spazio, invertire il tempo (brochure della mostra Open Studio #1. L’inizio del tempo. Le ricerche spazialiste di Arnaldo Pomodoro, Studio Arnaldo Pomodoro, Milano, 6 marzo – 18 dicembre 2022)
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Teatro del tempo Arnaldo Pomodoro a Matera
curated by Antonio Calbi
@ MUSMA, Matera
11 January 2023 – 7 January 2024
Pomodoro Arnaldo, Sfera con sfera, 1979-1980
/in Arnaldo Pomodoro, fiberglass, Loans, Long-term loans, sculpture, Warsaw /by Matteo Maroni
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- Arnaldo Pomodoro alla Reggia di Caserta€20,00Federico Motta Editore. Milano. 2000
Arnaldo Pomodoro
Sfera con sfera, 1979-1980
fiberglass, ø 250 cm
As the artist has repeatedly stated, “the inventive operation on the ‘sphere’ is one of the most important in my work. Sfera con sfera reflects and represents the antithetical impulses of today’s world with its complex imaginative force, which it can be read as organic, that is human, or as technologically oriented for its internal forms, so similar to a gear. In particular, a sphere that includes in itself another further sphere can be read as a metaphor for the rebirth of a less tormented and destructive world”.
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Pomodoro Arnaldo, Oedipus costume for Oedipus Rex by Igor Stravinskij, 1988
/in Arnaldo Pomodoro, fiberglass, Loans, Matera, scenography /by Matteo Maroni
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Arnaldo Pomodoro
Oedipus costume for Oedipus Rex by Igor Stravinskij, 1988
fabric and patinated fiberglass, 230 × 80 × 80 cm ca.
Rispetto ai costumi di scena studiati per la messinscena dell’Oedipus Rex di Igor Stravinskij – a Siena, in piazza Jacopo della Quercia, il 19 agosto 1988 – Arnaldo Pomodoro ha dichiarato di essersi ispirato al tema dello scarabeo: “Il fattore complessivo è quello dello scarabeo, col suo valore caratteristico sacrale presso gli antichi (e gli Egizi in particolare): ha una corazza leggera, come quella umana, mentre è fragilissimo internamente. La corazza (così la chiamano anche alcuni psicoanalisti) va perduta nella crisi e nello smarrimento”.
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Teatro del tempo Arnaldo Pomodoro a Matera
curated by Antonio Calbi
@ MUSMA, Matera
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Pomodoro Arnaldo, Porte dell’Edipo, 1988
/in Arnaldo Pomodoro, bronze, Loans, Matera, sculpture /by Matteo Maroni
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Arnaldo Pomodoro
Porte dell’Edipo, 1988
bronze, 63 × 74 × 40 cm
Nel 2008 Bruno Corà, parlando dei “portali” scolpiti da Pomodoro, parla di “una porta-soglia-muro in cui l’artista ha proiettato, integrandole e metabolizzandole in un esito di intensità pressoché inedita, molte soluzioni plastiche in cui l’intero repertorio geometrico e suoi derivati attuano una spazialità altorilevata caotica ma al contempo solenne e registrata. Aggetti cubici, cavità triangolari, poligoni, sfere e semisfere, fori tondi, cunei, frecce, superfici curve, crepe si rendono tra loro organici, affiorando o sprofondando in una materia bronzea di aspetto corrusco, un territorio flegreo gremito di emblemi che la deriva della mente e dell’inconscio agitato da pulsioni ha sospinto, come su una spiaggia, fino al presente dei nostri pensieri. Non è necessario aver letto il seminario di Jacques Lacan dedicato anche all’Edipo nel 1957-1958 o aver meditato sui lucidi approfondimenti di Gilles Deleuze per intuire dietro i morfemi di Pomodoro le inquietudini sue nell’interpretazione della tragica figura mitica”.
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Teatro del tempo Arnaldo Pomodoro a Matera
curated by Antonio Calbi
@ MUSMA, Matera
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Pomodoro Arnaldo, Colonna recisa trasversalmente, 1970-1971
/in Arnaldo Pomodoro, bronze, Loans, Long-term loans, Rome, sculpture /by Matteo Maroni
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Arnaldo Pomodoro
Colonna recisa trasversalmente, 1970-1971
bronze, 240 × ø 70 cm
“La scultura di Arnaldo Pomodoro – scrive Italo Mussa nel 1982 – è l’esempio classico, cioè moderno, di una visione diretta nella realtà della materia dell’arte, che si apre alla luce mostrando la propria germinazione febbrile, dove spaccature, corrosioni, perforazioni e lucentezza sono veri e propri traumi visivi. Colonne, sfere, colonne recise o spaccate – come questa Colonna recisa trasversalmente –, coni e dischi solari assorbono l’infinito della luce, per trattenerlo momentaneamente, per metterlo a confronto delle lacerazioni interne alla materia stessa, per sottolineare l’intransitabilità dell’evento visivo. Risollevando sensazioni emotive sommerse, l’artista ha scavato dentro la profondità del suo pensiero creativo in modo diretto, sfidando lo spazio e la luce”.
E sottolinea Guido Ballo, nel 1984, che in Colonna recisa trasversalmente e nel gruppo di opere di questi anni Pomodoro mette in crisi le forme pure “da percepire tattilmente nella loro perfezione neoplatonica, per rendere con analogie psichiche la frattura, lo scivolamento, le frane interne, improvvise o lente: ritorna, con altri accenti, il valore corrosivo del segno, nel contrasto tra forma pura e corrosione semantica, in una situazione di instabilità inquietante proprio perché tutto sembra, all’esterno, perfetto”.
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Cuschera Salvatore, Omaggio a Eduardo Chillida, 2002-2003
/in Cuschera, Loans, Long-term loans, Other artists, Pavia, SCULPTURE /by Matteo Maroni
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Salvatore Cuschera
Omaggio a Eduardo Chillida, 2002-2003
forged iron, 165,2 × 378 × 203 cm
Tendente alla monumentalità come sua esigenza interiore, la scultura di Cuschera si dà sempre come elaborazione di forme plastiche compatte e solide ma pensate come in formazione, aperte, e legate all’organico. Ci sono nella sua opera richiami alla scultura arcaica, anche se mancano allusività figurali e il richiamo si esplica nella compattezza dei volumi e nella sinteticità della loro costruzione. Non mancano – com’è il caso esplicito di quest’opera – rimandi al maestro spagnolo Eduardo Chillida, per i piani ricurvi, saldati, nel caso delle sculture in ferro, in modo libero, allacciandoli l’uno all’altro per un lato e lasciando liberi gli altri profili.
da: Fondazione Arnaldo Pomodoro. La Collezione permanente, catalogo della mostra, a cura di G. Verzotti, A. Vettese, Milano, Skira, 2007, p. 174
Pomodoro Arnaldo, Sfera di San Leo, 1996-2000
/in Arnaldo Pomodoro, fiberglass, Loans, Long-term loans, Milan, sculpture /by fap3
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Arnaldo Pomodoro
Sfera di San Leo, 1996-2000
fiberglass, ø 550 cm
La Sfera di San Leo, qui nella versione in fiberglass bianco, è molto diversa dalle precedenti sfere di Pomodoro. L’intera superficie della sfera è segnata con frecce, denti e crepe: sembra che l’erosione che ne divorava l’interno abbia minacciosamente raggiunto anche l’esterno, lasciando però emergere un’altra sfera, piccola e lucida, che rimanda all’idea di nascita e rinnovamento.
L’artista racconta: Ho realizzato quest’opera in occasione della mostra nella Rocca di San Leo dove era stato esposto un primo modello in fiberglass e polvere di ferro, mentre l’esemplare in bronzo è stato esposto per la prima volta nella mostra di Parigi del 2002. Dopo tanti interventi su questa forma, quella della sfera, non mi restava che ritornare all’inizio: pensando al Medioevo – la rocca di San Leo risale a quell’epoca – ho segnato la superficie della sfera con frecce, denti, tiranti, come memoria di un antico ordigno bellico. Non c’è più il contrasto tra la superficie splendente e liscia e il suo interno divorato da impronte e segni. Sembra che l’erosione abbia raggiunto anche l’esterno, con una presenza minacciosa ma dinamica, perché all’interno c’è un’altra sfera più piccola, polita e intatta, che tenta di emergere “comunicando all’insieme – come dice Jacqueline Risset – un’idea di nascita e di rinnovamento che sembra contraddire la catastrofe”.
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Pomodoro Arnaldo, Sfera n. 5, 1965
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Arnaldo Pomodoro
Sfera n. 5, 1965
bronzo, ∅ 80 cm
La sfera è un oggetto meraviglioso, la sfera viene dalla maga, dai maghi, che sia di vetro che sia di bronzo, che sia piena d’acqua; e anche la sfera è il ventre materno, penso… La sfera è un oggetto straordinario perché riflette qualsiasi cosa ci sia attorno e crea contrasti tali che a volte si trasforma e non appare più. Resta invece il suo interno, tormentato e corroso, pieno di denti, e alcuni dicono che è un elemento che si può agganciare alla tecnologia – non so, è strano il rapporto… Tutto quello che c’è dentro la sfera è proprio l’energia in una forma. La sfera può rappresentare anche la terra; la sfera può rappresentare il mondo, il mondo d’oggi… Che può essere corroso dalla civiltà tecnologica. Io non lo so: io desidero che, guardando la sfera, ci sia nell’interno questa vitalità; e uno possa anche visualizzare il fatto che la sfera si possa scindere, come un campo di forze. Ecco ciò che mi muove a fare le sfere: rompere queste forme perfette e magiche per scoprirne (cercarne, trovarne) le fermentazioni interne, misteriose e viventi, mostruose e pure; così provoco col lucido levigato un contrasto, una tensione discordante, una completezza fatta di incompletezza. Nello stesso atto, mi libero di una forma assoluta. La distruggo. Ma insieme la moltiplico.
da: Arnaldo Pomodoro Sphere within a sphere for the U.N. Headquarters, Roma, Il Cigno Galileo Galilei, 1997, pp. 14-15
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Pomodoro Arnaldo, The Pietrarubbia Group, 1975-2015
/in Arnaldo Pomodoro, bronze, iron, Loans, Long-term loans, Milan, sculpture, steel /by fap3
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Galleria Malborough. Madrid. 2004
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Provincia di Ancona. 2002
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Arnaldo Pomodoro
The Pietrarubbia Group , 1975-2015
bronzo, ferro, acciaio e legno, 280 × 1300 × 1300 cm
The Pietrarubbia Group (1975-2015) è, secondo Giulio Carlo Argan, una di quelle opere che, nel pieno della maturità di un artista, rappresentano un riepilogo e un bilancio di tutto un passato. Arnaldo Pomodoro è marchigiano; abita a Milano, ma non ha mai reciso il legame che lo unisce al paese dov’è nato. Lo stesso tema centrale della sua opera di scultore, la memoria e il tempo, ve lo riporta. Pietrarubbia è un borgo delle Marche rimasto per molti anni abbandonato: Pomodoro ne ha recuperata l’antica vicenda storica e l’ha eletto a topos simbolico del suo lavoro. Il monumento è una grande struttura orientabile inserita nello spazio come una macchina del tempo che capti e trascriva il vissuto, le tracce invisibili degli eventi accaduti in quel luogo. Quelle memorie si traducono in segni indecifrabili, infatti l’artista non si è mai proposto di illustrare o raccontare una storia; ha ascoltato il ritmo silenzioso del tempo e l’ha espresso in termini di spazio. La complessa struttura ambientale è un’opera in progress composta inizialmente di tre elementi: Il fondamento e L’uso (blocchi fissi e duplici) e Il rapporto (due porte girevoli e combacianti); cui si sono successivamente aggiunti i due pannelli della Quotidianità. Solo nel 2015 Pomodoro ha completato l’opera con gli ultimi due elementi, Gli assoluti, uno dedicato al dolore e l’altro alla speranza.
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Pomodoro Arnaldo, Obelisco per Cleopatra, 1989-2008
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€10,00€5,00Catalogue of the exhibition at Castello di Soliera, October …
Arnaldo Pomodoro
Obelisco per Cleopatra, 1989-2008
corten e bronzo, 14 × 1,40 × 1,40 m
L’Obelisco per Cleopatra è, quindi, il segno presente di un viaggio in timelapse nell’interiorità di Arnaldo Pomodoro alla scoperta delle passioni che hanno stimolato la sua creatività e orientato il suo sguardo critico verso la vita e la storia, filtrate attraverso il medium del teatro e poi della scultura. La maschera teatrale che indossa l’attore consegnando la ribalta al suo personaggio segna il confine di uno spazio mentale dentro al quale Arnaldo Pomodoro fatica a delimitare il suo anelito di infinitezza, metafora di libertà e di serenità che ogni essere umano dovrebbe meritare. Ecco perché la geometria perfetta dell’obelisco viene corrosa da un potente segno informale, istintivo ma sempre razionale, in grado di svelare l’inganno dei sensi quando la vita è vissuta solo superficialmente. “Il teatro – racconta Arnaldo Pomodoro – è stato una nuova fonte di rivelazioni in termini di ideologia, mito e forma, e specialmente nelle sculture di grandi dimensioni mi ha incoraggiato e persino ispirato a sperimentare nuovi approcci e nuove idee per sculture disegnate per luoghi specifici in cui relazioni con l’ambiente fisico circostante, paradigmi culturali e funzioni utilitaristiche possono giocare un ruolo importante”.
da: L. Respi, Un obelisco per la postmodernità, in Arnaldo Pomodoro. Obelisco per Cleopatra, a cura di L. Respi, Milano, All Around Art, 2020, p. s.n.
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11.00 – 13.00 / 14.00 – 18.00
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