Riyas Komu
a cura di Marco Meneguzzo
Dal 20 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011, nella UniCredit Project Room della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, una vasta area offerta a giovani artisti emergenti italiani e internazionali, si è tenuta la personale dello scultore indiano RIYAS KOMU che, per l’occasione, presenta l’installazione Oil’s Well, Let’s Play!, composta da una serie di sculture mobili, in cui una sorta di cavallo di Troia appare disegnato sopra delle elaborate zampe di legno intagliate che richiamano la tradizione indù di Ratha, rappresentazione del momento in cui gli Dei escono dal Tempio in processione per andare a impartire la loro benedizione.
Dalla sua figura che pare rappresentare una griglia, prende forma una mappa geografica del mondo che delinea le egemonie globali di America, Iraq e il conflitto Medio-Orientale.
Come afferma il curatore Marco Meneguzzo, “Oil’s Well, Let’s Play! del 2007 è una rappresentazione allegorico/simbolica, e comprende teschi, carri, mappe geografiche, metamorfosi, grate che sono prigioni e finestre: anche senza volerlo, anche senza saperlo, riconosciamo un mondo prevaricatore e un mondo prevaricato, un’immagine oscura e tetra della distruzione in cammino, cui non si può opporre che l’icona dell’artista esorcista, di colui che ha capito e che è capace di mostrare il futuro, potendo però confidare solo nella forza salvifica dell’arte”.
“Riyas Komu, scultore indiano musulmano che vive a Mumbai – continua Meneguzzo – non vuole conoscere le sottigliezze del linguaggio dell’arte. Tuttavia vuole dire qualcosa attraverso questo linguaggio: la sua è una motivazione etica, e non estetica, e per questo corre il rischio, consapevolmente, di essere un moralista. La sua lotta contro le ideologie dominanti (e forse a favore di qualche idea emergente) è tanto chiara da essere quasi didascalica, ma proviene da un mondo cui è ancora concesso di essere ingenuo, a patto che rispetti le regole della sua ingenuità. Per molti, è questa la globalizzazione in arte… per molti, questa è la globalizzazione tout court”.
L’installazione si completerà con una serie di foto e con una tela di grandi dimensioni.
con il Patrocinio di Regione Lombardia
in Partnership con UniCredit Group
in Collaborazione con Studio La Città, Verona e Galerie Alain Le Gaillard, Paris