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Giuseppe Spagnulo
Paesaggi, 1965
legno, 190 × 195 × 55 cm
Da sempre interessato ai valori della materia, Spagnulo, dalla fine degli anni Sessanta, ha coniugato questa istanza con il rigore geometrico delle sue composizioni. Lontano dai rigorismi del Minimalismo americano, l’artista ha sempre introdotto l’irregolarità nella struttura pienamente autoreferenziale della scultura: la materia con le sue morfologie, e anche il gesto, la fenditura, quanto potesse risalire a una fenomenologia organica. Racconta l’artista: “Lavorare con l’argilla e il legno mi ha fatto capire che dovevo cercare un rapporto essenziale con la materia: non manipolarla con l’abilità, non trasformarla, ma farne uscire tutta l’autonoma energia e la potenza formale. La materia è in sé la scultura”.
da: Fondazione Arnaldo Pomodoro. La Collezione permanente, catalogo della mostra, a cura di G. Verzotti, A. Vettese, Milano, Skira, 2007, p. 179