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Italo Antico
Ur.91, 1997
acciaio inox, granito, h 196 cm
Dalla fine degli anni Cinquanta Italo Antico lavora alla scultura, riducendo radicalmente il campo d’azione alla dimensione della linea. La linea in metallo, o il fascio di linee, su basamento, o libera di interagire con l’ambiente, esprime al meglio la tensione tutta mentale dell’artista. “La mia scultura è un percorrere di segni, è idea, è frammento: l’acciaio che uso è un segno di luce tra presenza e assenza…” dice l’artista. Quasi azzerata alla dimensione di segno solidificato nello spazio, la scultura assume un alto valore dinamico e diventa ritmo, disegno nel vuoto, riflesso di luce. Le linee infatti sono sempre angolate, piegate, come antenne o sensori protesi verso l’esterno, e la forma, il frammento che delineano cambia di aspetto a seconda dei movimenti dell’occhio che percepisce.
da: Fondazione Arnaldo Pomodoro. La Collezione permanente, catalogo della mostra, a cura di G. Verzotti, A. Vettese, Milano, Skira, 2007, p. 173