Descrizione
Gli Open Studio sono il ciclo di mostre allestite negli spazi dello Studio di Arnaldo Pomodoro con il quale la Fondazione approfondisce e riscopre opere o momenti del percorso dell’artista.
La negazione della forma. Arnaldo Pomodoro tra minimalismo e controcultura punta i riflettori sul periodo 1966-1970, una stagione estremamente vivace, durante la quale Pomodoro sviluppa un’inedita sperimentazione di forme – influenzata da fenomeni come la Minimal Art – dando vita a gruppi di sculture caratterizzati da un’estrema sintesi formale quali i Rotanti, la Forma X e Onda, i Vuoto pieno, ma anche a serie di grafiche dai colori squillanti, che richiamano le gamme cromatiche predilette dagli artisti della Pop e della Op Art.
In questi stessi anni, Pomodoro è protagonista di esperienze cruciali e stimolanti, tra Stati Uniti e Italia: insegna nei campus di Stanford e Berkeley; avvia e cura con altri amici iniziative di “controcultura” come la rivista critica d’avanguardia Che Fare o il ciclo di mostre di “public art” Una scultura nella strada; è membro della commissione organizzatrice della Biennale di Venezia del 1968…
La mostra – curata da Federico Giani, curatore della Fondazione – presenta più di quaranta opere di Pomodoro – tra sculture, grafiche, multipli, disegni, modelli e prototipi –, una selezione di materiali d’archivio, e alcuni lavori di artisti americani – colleghi e studenti dei campus americani – con i quali il Maestro stringe amicizia in quegli anni, come Harold Paris, Sue Bitney, William T. Wiley e Stephen Laub.